Nel 1979 Hans Jonas pubblica “Un’etica per la civiltà” dopo un’ampia riflessione sul dibattito bioetico connesso alla tecnologia. Egli imposta la sua opera come un trattato tecnologico-etico dividendola in sei ampi capitoli dove già nell’introduzione del primo evidenzia come la mancanza di un etica adeguata alla modernità sia la più grande problematica da affrontare nel discorso bioetico.
Egli infatti ritiene necessaria la creazione di una nuova etica, un’etica della civiltà tecnologica, che si adatti alle nuove dimensioni dell’agire umano, confrontandosi dunque con lo sviluppo della tecnica.
Compito dell’essere umano è dunque considerare la natura come un’entità che possiede diritti e soggetta in modo irreversibile e cumulativo sua azione.
Prerogativa di Jonas è l’agire in modo che le conseguenze delle azioni siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita nella terra, il filosofo evoca la responsabilità nei confronti dell’avvenire, delle nuove generazioni.
Le azioni del singolo vengono messe sotto analisi e contestualizzate nell’ambito del collettivo, tenendo conto degli effetti che potrebbero portare a lungo termine sulla natura e sulla stessa specie umana. In questo modo Jonas ribadisce l’importanza di un’etica altruista, ambientalista e collettiva.
"La responsabilità è la cura per un altro essere quando venga riconosciuta come dovere, diventando “apprensione” nel caso in cui venga minacciata la vulnerabilità di quell’essere. [...] Quanto piú lontano nel futuro, quanto piú distante dalle proprie gioie e dai propri dolori, quanto meno familiare è nel suo manifestarsi ciò che va temuto, tanto piú la chiarezza dell’immaginazione e la sensibilità emotiva debbono essere mobilitate a quello scopo" (Il principio responsabilità). -Hans Jonas
"La responsabilità è la cura per un altro essere quando venga riconosciuta come dovere, diventando “apprensione” nel caso in cui venga minacciata la vulnerabilità di quell’essere. [...] Quanto piú lontano nel futuro, quanto piú distante dalle proprie gioie e dai propri dolori, quanto meno familiare è nel suo manifestarsi ciò che va temuto, tanto piú la chiarezza dell’immaginazione e la sensibilità emotiva debbono essere mobilitate a quello scopo" (Il principio responsabilità). -Hans Jonas
Nessun commento:
Posta un commento