venerdì 27 marzo 2020

Origini e Storia_step #02

Il concetto di progresso, come abbiamo già anticipato del precedente post, è stato plasmato nel tempo e si è adattato a diverse interpretazioni nel corso della storia fino ad acquisire una connotazione positiva. Si intende per progresso infatti uno sviluppo verso forme di vita più elevate e complesse, affiancato e perseguito attraverso l'avanzamento della cultura, delle conoscenze scientifiche e tecnologiche e dell'intera società.
Volgendo uno sguardo al passato notiamo però come nel corso della storia l'avanzamento del tempo non ha sempre portato uno sviluppo, un progresso, un miglioramento.
Il concetto attuale di progresso infatti è abbastanza recente, possiamo collocare la sua affermazione nell'età moderna; analizzando l'età classica e l'epoca del cristianesimo possiamo infatti facilmente notare rispettivamente come l'avanzamento della storia venisse considerato un processo di decadenza o un semplice ritorno ciclico degli eventi(concezione stoica) o ancora secondo la concezione cristiana un semplice effetto dei piani provvidenziali di Dio.
Possiamo intravedere la nascita di questo concetto nel Rinascimento dove appare strettamente connesso con l'estendersi delle conoscenze storiche, geografiche, scientifiche e tecniche quindi col fine della conquista della della piena conoscenza umana e del miglioramento della condizione dell'essere umano stesso.
Con l'Illuminismo il concetto di progresso arriva ad abbracciare nuovi ambiti come quello conoscitivo, quello etico e quello sociale insidiandosi nello studio di spiccate figure della filosofia.
Diventa necessario e dovere per l'uomo sviluppare una conoscenza e un pensiero critico attraverso il quale evitare e rimuovere gli ostacoli di ordine dogmatico e politico per assicurare un progresso della società e dell'organizzazione della stessa.
Nel Positivismo assistiamo invece alla compenetrazione del concetto appena sviluppato con le sue applicazioni al mondo scientifico. I principali esponenti A. Comte, H. Spencer, e Hegel identificano come necessario uno sviluppo storico-sociale, scientifico e biologico. 
Fondamentale per Hegel è la realizzazione della libertà per l'individuo, possibile solamente grazie all'arguzia della ragione e allo sviluppo del pensiero umano. 
Nel corso del Novecento però vediamo, da parte ad esempio di Popper, messe in discussione tutte le certezze acquisite fino a quel momento dai filosofi sopracitati. Popper infatti riconduce ad una matrice utopistica tutte le tesi basate sullo sviluppo della storia, pensiero sviluppatosi anche a causa del clima generato dai conflitti mondiali.
Questo pessimismo sul futuro della civiltà risulta però momentaneo e subito risolto da nuove considerazioni di tipo ecologico-ambientale e anche sociale suggerite dallo sviluppo tecnologico.
Grazie a filosofi come Levinas e Jonas si ritorna ad una concezione positiva dello sviluppo che però ha delle precise limitazioni e accortezze per garantire il benessere non solo del singolo, ma anche dell'altro e del prossimo(inteso come generazioni future) introducendo il concetto di Responsabilità come linea guida del progresso.

"Il fatto originario della fraternità è costituito dalla mia responsabilità di fronte ad un volto che mi guarda come assolutamente estraneo, e l'epifania del volto coincide con questi due momenti. O l'uguaglianza si produce là dove l'Altro comanda il Medesimo e gli si rivela nella responsabilità; o l'uguaglianza non è che un'idea astratta e una parola." -Levinas


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